Tutelare il patrimonio artistico, con “data logger” sui pezzi e sugli imballaggi, che ne monitorino durante il trasporto i fattori microclimatici, di shock e vibrazioni. E’ il progetto Safe Art, nato dalla collaborazione Mibact-Sapienza, ora pronto a sbarcare sul mercato.

Opere d’arte più sicure grazie all’internet of things. Che si tratti di trasporti a lungo raggio, da una sponda all’altra dell’oceano, di spostamenti all’interno dello stesso museo o di piccoli tragitti funzionali ad esempio ad attività di restauro, il patrimonio artistico ha bisogno di essere trattato con estrema cautela. E per ridurre il più possibile i rischi nasce, dalla collaborazione tra il Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo, l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro, l’università Sapienza di Roma e Wsense, spin-off dell’ateneo, il progetto Safe Art.

L’obiettivo è di monitorare lo spostamento dei pezzi grazie a speciali “scatole nere”, i data loggers, in modo accurato e a basso costo, tenendo sotto controllo i parametri microclimatici, come l’umidità relativa e la temperatura, ma anche gli shock e le vibrazioni, con la possibilità di inviare alert in tempo reale nel caso di pericolo per l’incolumità dell’opera.

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