IDC prevede che la spesa in Internet of Things sfiorerà nel 2020 i 1.300 miliardi di dollari nel mondo. In Italia crescerà del 20% all’anno. Tra i driver: DX, Industry 4.0 e “data as a digital capital”. Ne parleranno il 22 marzo Fujitsu, Intel, NetApp e SAP insieme ad IDC.

L’Internet of Things è ormai una tangibile realtà anche in Italia, con molte aziende in tutti i settori industriali pronte ad andare oltre i pilot iniziali e ad abbracciare progetti più ampi ed estesi. L’ultima IDC Worldwide Internet of Things Spending Guide, che stima il mercato IoT in oltre 50 Paesi del mondo con dettagli per più di 45 use case, prevede che la spesa IoT in Italia supererà i 35 miliardi di dollari nel 2020, con un CAGR 2015-2020 pari al 19,5%.

In tutto il mondo, la spesa IoT sfiorerà, sempre nel 2020, i 1.300 miliardi di dollari. L’hardware risulterà la voce di spesa IoT più importante da qui al 2020, seguita dai servizi, dal software e dalla connettività. IDC definisce l’IoT come un’aggregazione di endpoint – le “things” – che sono univocamente identificabili e che comunicano via IP utilizzando una forma di connettività automatizzata, sia a livello locale che globale.

I settori più attivi sul fronte IoT a livello mondiale sono soprattutto il manifatturiero, i trasporti e le utilities. Il segmento consumer diventerà il terzo mercato nel 2020. In particolare, il manifatturiero da solo ha investito nel 2016 quasi 180 miliardi di dollari in iniziative IoT, più di quanto speso da trasporti e utilities insieme.

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