L’Iot sarà ovunque, dalla banca che parla tramite Alexa, ai semafori intelligenti: il cloud gestisce e i dispositivi imparano (anche senza connessione)

Las Vegas – Le parole fanno così, vanno di moda. Quelle legate alla tecnologia, ancora di più: diffuse in maniera istantanea e capillare e poi, in men che non si dica, usurate. Così è stato per startup e, poco ci manca, per Internet of Things (IoT). Se è vero infatti, che la quantità di oggetti connessi si moltiplica a dismisura, è altrettanto vero che spesso si rischia di definire IoT ciò che non lo è, o che il settore venga relegato a un immaginario ancora troppo lontano dalla quotidianità. E invece, non serve abitare nella casa di Mark Zuckerberg e del suo Jarvis, per avere a che fare con l’Internet delle cose. I semafori li conoscono tutti, gli impianti stereo e i sistema d’irrigazione, anche.

Un prodotto non connesso è come un’azienda senza computer“, dice Marco Argenti, Vice President, IoT, Mobile and Serverless Compute, di Amazon Web Services.“Internet ha fatto due importanti salti: il primo è stato quello di partire dalle università e dagli istituti di ricerca e arrivare ai computer di tutti.

Poi questa rete ha fatto un secondo salto, che è stato quello di passare ai telefonini, a sistemi di comunicazione che la gente aveva con sé tutto il giorno“. Così, i punti di connessione di internet sono passati dai centinaia di milioni ai miliardi.

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