L’IoT ha cambiato il modo di approcciarsi al design e di ripensare gli spazi in cui viviamo.

“Il digitale non ha ucciso lo spazio, ma ha cambiato totalmente il modo di progettarlo”
Ad affermarlo è Carlo Ratti, noto architetto e docente al MIT di Boston, secondo il quale, al giorno d’oggi, fisico e digitale si stanno ricombinando in uno spazio ibrido, che va trasformato e ripensato utilizzando le nuove tecnologie Internet of Things e l’approccio del “design thinking”.

Per i progettisti si aprono quindi nuovi scenari, in cui l’architettura dialoga con i designer, i system integrator e i tecnici informatici, per la realizzazione di ambienti che siano prima di tutto piacevoli da vivere. L’occhio è puntato sul benessere e sul comfort della persona e sulla creazione di spazi collaborativi e di relazione (smart spaces).

Le parole chiave sono integrazione (di competenze, di tecnologie, di idee) e collaborazione (tra figure professionali differenti che devono essere specializzate – perché è la tecnologia stessa a richiederlo – ma allo stesso tempo devono sapere integrare altre soluzioni).

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