di Alessandro Bassi

Recentemente il numero di progetti e organismi di standardizzazione che stanno sviluppando una “Architettura di Riferimento” per l’Internet delle Cose è cresciuta notevolmente. Il progetto IoT-A (Internet of Things – Architecture) è stato il primo tentativo di definire un modello di riferimento architetturale per l’Internet delle cose. In seguito, vari SDO hanno iniziato a lavorare su questo problema, correndo il rischio di avere troppi standard in un singolo dominio.

Lo standard M2M di ETSI, di un’architettura di riferimento per oggetti comunicanti è spesso il riferimento della maggior parte degli sforzi. L’ambito M2M, pero, è diverso da quello degli oggetti, e l’approccio segue un’architettura RESTful centralizzata. Le applicazioni possono definire le risorse (blocchi di memoria che si trovano nei componenti della piattaforma distribuiti nei dispositivi, gateway o infrastrutture centrali), che possono essere utilizzati per lo scambio di informazioni tra le applicazioni. La comunicazione tra applicazioni di rete e il server centrale utilizza HTTP REST. I dispositivi devono implementare le interfacce definite dall’ETSI o tramite gateway interworking.

Contemporaneamente, sia ISO / IEC che IEEE stanno lavorando alla definizione di architettura di riferimento per gli oggetti: i due documenti (ISO / IEC 30141 e IEEE P2413) dovrebbero essere pubblicati entro la fine di quest’anno, o al più tardi nel 2017. Anche il consorzio oneM2M sta lavorando sulla seconda versione della loro architettura di riferimento, che dovrebbe essere pubblicato come standard di uno dei Type 1 Partners (CCSA, TTA, ARIB, TTC, ETSI, ATIS, TIA) entro fine 2016. Questa infografica illustra i rapporti tra le diverse architetture di riferimento pubblicati finora, e come si relazionano tra di loro.

internet of things architecture