di Alessandro Bassi

Anche se le tecnologie che appartengono al dominio dell’IoT possono definirsi abbastanza mature, si possono individuare 9 campi che necessitano di ulteriori sviluppi prima di poter realizzare la visione di milioni di oggetti interconnessi.

Un primo campo è la miniaturizzazione degli elementi. Anche se lo sviluppo di componenti elettroniche sempre più piccole segue abbastanza fedelmente la legge di Moore, l’IoT ha bisogno di componenti estremamente piccoli per essere integrati in oggetti di uso quotidiano. L’integrazione stessa dei componenti è un altro campo: anche se l’obiettivo finale è la “de-siliconizzazione” delle componenti elettroniche, l’integrazione delle componenti di silicio in materiali metallici o tessuti è comunque complesso. Inoltre, questi componenti elettronici devono avere energia per funzionare: essendo impensabile collocare una batteria per ogni chip, è necessario che gli oggetti intelligenti possano utilizzare l’ambiente per raccogliere l’energia necessaria, e siano capaci di usarla in maniera “economica”. Per quanto riguarda i protocolli di comunicazione, si renderanno necessari nuovi sistemi per permetterela connessione di un numero sempre maggiore di oggetti, utilizzando esclusivamente l’energia necessaria.

Gli oggetti intelligenti non potranno funzionare se non saranno capaci di resistere a condizioni difficili, di umidità, temperatura oppure urti e vibrazioni; per un loro utilizzo quotidiano, devono anche essere estremamente affidabili, e garantire una qualità altissima e costante. Un altro aspetto spesso sottovalutato riguarda poi la capacita degli ottetti intelligenti a autoconfigurarsi e a organizzarsi da soli. È impensabile infatti che una persona possa orchestrare centinaia se non migliaia di oggetti. Inoltre, sarà necessario trovare un accordo per identificare univocamente gli oggetti: IPv6, infatti, anche se permette un numero straordinario di indirizzi unici, non è ancora universalmente utilizzato in tutti gli ambiti che compongono l’internet delle cose.

L’ultimo campo, ma sicuramente non per importanza, è la sicurezza: se non saranno trovate soluzioni per render sicuri gli oggetti connessi, il rischio di subire attacchi sarà elevatissimo e impedirà un’adozione globale dell’IoT.