di Giulio Coraggio

Lo scorso 28 settembre scorso si tenuto a Londra il DLA Piper European Technology Summit che è stato un grande evento per l’intera industria delle nuove tecnologie e questi sono i più interessanti spunti del panel sull’Internet of Things.

Ho avuto il piacere di moderare il panel sull’Internet of Things (IoT) al DLA Piper European Technology Summit che aveva come partecipanti Mike Sutcliff, Group CEO di Accenture Digital, Ludovico Fassati, Head of Vertical Market Development di Vodafone, Mark Darbyshire, VP Platform – Integration di SAP e Sanjay Pradahan, Principal Solutions Engineer di Salesforce.

La discussione è stata molto stimolante e di seguito sono le conclusioni che a mio giudizio sono state più interessanti.

  1. Il mercato dell’IoT non è ancora maturo

C’è stato un consenso unanime circa l’idea che il mercato dell’Internet of Things è ancora lontano dal proprio “hype”. Gran parte delle società ancora non comprendono le potenzialità delle tecnologie dell’Internet of Things e stanno monitorando le mosse dei propri concorrenti. Hanno bisogno di essere “evangelizzate” su come le tecnologie IoT possono cambiare il loro business. Ma questi cambiamenti porteranno nuove problematiche legali e responsabilità.

Allo stesso modo, ci sono società come Accenture che hanno oltre 100 prodotti IoT in fase di sviluppo e stanno già raddoppiando di anno in anno gli utili derivanti dall’IoT.

  1. I rischi cyber sono un problema, ma la fiducia dei clienti piuttosto che gli standard è la soluzione

L’aumento degli attacchi cyber è una minaccia per le tecnologie dell’Internet of Things la cui “spina dorsale” è costituita da enormi database di dati connessi. Ma la risposta ai cyber attacchi non può essere

E’ fondamentale creare fiducia nei propri prodotti da parte dei clienti e tale fiducia richiede un continuo sforzo di innovazione al fine di limitare i possibili rischi.

La standardizzazione potrebbe essere una risposta per limitare le possibili responsabilità nei confronti delle autorità e dei clienti, in particolare alla luce del Regolamento europeo sul trattamento dei dati personali. Tuttavia il successo delle tecnologie dell’Internet of Things richiede la creazione di un rapporto di fiducia tra fornitori e clienti.

  1. Il mercato guiderà l’interoperabilità tra piattaforme IoT

Ci sono al momento oltre 360 piattaforme IoT e 100 protocolli di comunicazione tra le stesse. Tuttavia, questa sembra essere una fase transitoria che cesserà velocemente con il consolidamento di poche piattaforme.

I possibili rischi cyber non possono essere considerati un valido motivo per evitare integrazioni che sono un “must have” in un ambiente connesso.

I dati sono il principale valore aggiunto delle tecnologie IoT e le piattaforme chiuse avranno problemi a sopravvivere in quanto non saranno in grado di sfruttare tutte le potenzialità dell’Internet of Things.

  1. Le norme europee sulla privacy potrebbero essere allo stesso tempo uno svantaggio ed un vantaggio per le tecnologie IoT

La normativa europea sul trattamento dei dati personali è notevolmente più restrittiva della disciplina privacy di alter giurisdizioni. Lo scenario peggiorerà ulteriormente con il Regolamento europeo sul trattamento dei dati personali che aumenterà le sanzioni fino al 4% del fatturato mondiale della società che commette la violazione.

Non c’è dubbio che tali limitazioni normative potrebbero rallentare o perfino impedire il lancio di alcune tecnologie IoT nell’Unione europea. Allo stesso modo, potrebbero rappresentare però un vantaggio competitivo a causa del più alto livello di compliance che creerà una maggiore fiducia dei clienti in queste tecnologie così evitando il cosiddetto effetto “grande fratello”.

Saranno fondamentali le trattative tra l’industria e le autorità sul trattamento dei dati personali al fine di identificare soluzioni in grado di bilanciare le esigenze aziendali con la necessità di conformarsi con la normativa privacy. In tale contesto, l’apporto di associazioni come IoTItaly potrebbe essere particolarmente prezioso in qualità di soggetti rappresentativi dell’industria italiana nel suo complesso.

  1. L’Internet of Things non avrà un unico vincitore

Nessuno dei membri del panel era dell’idea che ci sarà un “Google dell’Internet of Things”. E’ più probabile che ci saranno dei leader di mercato nei diversi segmenti dell’Internet of Things che richiederà una “concertazione” tra diverse piattaforme. L’Internet of Things ha una portata così ampia che nessuna società sarà in grado di controllarlo nella sua interezza.

La normativa sugli open data non è la sola soluzione per favorire la crescita dell’IoT, ma sarà necessario un supporto dei Governi che dovranno comprendere l’interesse pubblico collegato allo sfruttamento di tali tecnologie. E ancora una volta il ruolo di associazioni come IoTItaly potrebbe essere cruciale in queste trattative.