Recentemente, Microsoft ha pubblicato il report 2021 della serie chiamata IoT Signals. Lo scopo di queste pubblicazioni è quello di mostrare degli insight molto interessanti sullo stato dell’arte delle tecnologie IoT, e sulla loro adozione nel mondo. L’edizione di quest’anno sviluppa più in dettaglio questi temi, già affrontati nelle precedenti versioni, e aiuta lo sviluppo di strategie globali coerenti relative all’IoT

In totale, questo report raccoglie più di 6000 interviste con Business decision makers, IT decision makers e sviluppatori in piu di 10 paesi, tra cui l’Italia che per la prima volta viene inserita tra i Paesi nei quali è stata svolta l’analisi e possiamo vedere come in alcuni casi sia tra i paesi che guidano alcune casistiche. Ad esempio L’Italia è in testa con una media di 10 mesi per raggiungere la fase di utilizzo di un progetto IOT.

Nel report troviamo anche le motivazioni per le quali le aziende adottano l’IoT, coerenti con quelle dell’anno scorso: per mantenere la qualità, la sicurezza e ottimizzare le risorse. Tuttavia quest’anno stanno emergendo diversi casi d’uso che utilizzano l’IoT per aumentare il successo organizzativo nonché il risparmio energetico.

Sicuramente le politiche dell’Unione Europea nell’era post pandemia di Covid-19 (che ha generato una accelerazione dell’utilizzo dell’IoT) porteranno a un maggiore utilizzo della tecnologia sia per facilitare la transizione digitale e sopratutto quella ecologica. Verranno premiate tutte quelle aziende che modificheranno i loro prodotti e i loro processi produttivi per renderli maggiormente sostenibili ed efficienti dal punto di visto del consumo di energia, materie prime ed acqua: l’IoT in questo caso è un paradigma tecnologico che può fare la differenza.

Nello stesso report infatti troviamo che Il 34% delle organizzazioni intervistate afferma di dare priorità agli obiettivi di sostenibilità come parte dei loro progressi nel prossimo anno. Tra gli le aziende che utilizzeranno l’IoT per la sostenibilità, la metà prevede di raggiungere il carbon net zero entro il 2025, mentre l’altra metà lo vede come un obiettivo a lungo termine.

Il report di Microsoft riporta anche delle interessanti statistiche riguardo alle motivazioni per la quali i progetti che utilizzano l’IoT si interrompono o proprio non riescono a partire. Illuminante in questo senso è la dichiarazione di un decision maker del settore manufactoring riguardo a questa criticità: “Molti dei nostri clienti, che sono altri produttori, non capiscono il valore che l’IoT può portare dall’inizio. Investiamo tempo per aiutarli a identificare quale sia questo valore, che potrebbe cambiare il loro modello di business. Se questo significa aumentare i costi e coinvolgere maggiormente il cliente finale, molti dei nostri clienti interromperanno il Proof of Concept per rivalutare l’intero progetto”.

Il cambiamento del modello di business, legato all’adozione di nuove tecnologie come l’IoT, e l’identificazione dei reali vantaggi economici che può portare, pare essere ancora uno scoglio che alcune aziende non riescono a superare. Qui vediamo come il concetto di servitizzazione sia ancora di difficile digestione, difficoltà collegata certo anche alla sfida tecnologica che inevitabilmente viene generata: la gestione di grandi moli di dati (big data) infatti significa anche utilizzare il cloud come sistema per ricerverli, stoccarli e analizzarli e di conseguenza servono  data engineer, data analyst, e data scientist, figure professionali non così comuni.

La formazione universitaria e professionale qui dovrebbe sopperire alla mancanza di figure che ricoprono questi ruoli e siano in grado di gestire la trasformazione digitale, che richiede competenze molto specifiche non solo tecnologiche ma anche di gestione aziendale.

Nel report troviamo che due organizzazioni su tre esternalizzano almeno una parte dell’implementazione dell’IoT e solo Il 38% dei decisori e degli sviluppatore del campione intervistato  afferma di costruire e implementare le soluzioni internamente.

Intelligenza artificiale, digital twins, edge computing son alcune delle maggiori tecnologie emergenti che le aziende stanno esplorando. Quelle che li hanno integrati nelle loro soluzioni IoT hanno evidenziato che migliorano le modalità di utilizzo dell’IoT.

Tuttavia queste tecnologie emergenti possono essere difficile da implementare, a causa di barriere come la complessità di ridimensionamento e mancanza di infrastrutture. Circa la metà dei decisori e gli sviluppatori del campione intervistato affermano che la maggior parte dei progetti sono in fase di prova/PoC. Queste barriere impediscono alle aziende di andando oltre nella loro adozione di queste tecnologie.

Il report poi si conclude con una analisi dei diversi macro settori dove l’IoT è maggiormente utilizzato, indagando i maggiori vantaggi che ne vengono tratti e le maggiori barriere che invece impediscono un’utilizzo più ampio dell’internet of thigs.

Smart Places: Il 94% del campione adotta l’IoT per raggiungere migliori risultati nell’efficienza operativa, maggiore sicurezza e migliore ottimizzazione degli strumenti e attrezzatura, con una conseguenza aumento della produttività

Manufacturing: Come nel campo degli smart places, la maggior parte delle organizzazioni manifatturiere adottano l’IoT e il vantaggio principale che ne deriva è

efficienza operativa, l’aumento dela capacità di produzione e la riduzione dell’errore umano.

Mobility: Il 91% adottano l’IoT, una percentuale simile ai precedenti due settori, e affermano che  l’efficienza operativa è il principale vantaggio dell’utilizzo dell’internet of things. Anche la sicurezza e la capacità produttiva sono al top vantaggi in mobilità, come laproduttività dei dipendenti.

Energy, Oil e Gas: L’80% delle organizzazioni che si occupano di energia e servizi pubblici afferma di adottare IoT. Al contrario, un numero molto più elevato di compagnie petrolifere e del gas – il 94% – lo sta adottando.

In conclusione l’IoT continua a guidare le aziende verso un futuro più produttivo.

Tra il campione intervistato il 90% ha adottato l’IoT per una serie di usi che portano a una maggiore efficienza e produttività e il 66% prevede di implementare maggiormente l’IoT nei prossimi anni.

Le sfide di business sono in genere più superabili delle sfide tecniche (soprattutto per

coloro che esternalizzano parte della loro implementazione IoT). Man mano che le soluzioni IoT vengono scalate e diventano più profondamente radicate all’interno delle organizzazioni, navigare nella complessità tecnica è ancora più difficile. Le organizzazioni infatti cercano maggiori investimenti interni per acquisire la tecnologia e il personale che necessita di gestire grandi moli di dati complessi e tecnologie emergenti.

Buona lettura!

https://bit.ly/Iot-signals2021