Mercoledì 26 gennaio Sigfox ha chiesto al tribunale di Tolosa l’apertura di una procedura di amministrazione controllata. La start-up specializzata in reti a bassa velocità e bassa potenza, a lungo presentata come il fiore all’occhiello della “French Tech”,  spiega le sue difficoltà con la crisi sanitaria e un mercato dei componenti elettronici che scarseggia da diversi mesi.
 
“Il Tribunale di commercio di Tolosa ha aperto oggi, su richiesta dell’Amministratore Delegato, una procedura di amministrazione controllata a beneficio rispettivamente di Sigfox e della sua controllata Sigfox France SAS (operatore in Francia), accompagnata da un periodo di osservazione iniziale di 6 mesi”, indica la start-up in un comunicato stampa. Questo periodo di “osservazione dovrebbe consentire di identificare, grazie all’attuazione di un piano di trasferimento, nuovi acquirenti con la capacità di lavorare per lo sviluppo a lungo termine di Sigfox e di proporre il mantenimento dei posti di lavoro”. Sigfox spiega le sue difficoltà con la crisi sanitaria “che ha rallentato l’attività (nel settore) negli ultimi due anni, e un mercato dei componenti elettronici che scarseggia da diversi mesi”. Questi fattori “hanno pesato molto sulla situazione finanziaria dell’azienda e in particolare sul suo livello di indebitamento”.
La notizia, per quanto comporti molti risvolti, non è del tutto sorprendente. Se la pandemia può aver dato il colpo di grazia, il numero di connessioni generate dal protocollo era molto inferiore alle attese: infatti, la tecnologia di Sigfox supportava solo 20 milioni di connessioni in tutto il mondo, una frazione minuscola delle 2,1 miliardi di connessioni stimate da Ericsson alla fine dell’anno scorso.
Le tecnologie cellulari fanno la parte del leone con circa 1,9 miliardi di oggetti connessi, con una crescita prevista – sempre secondo Ericsson – a 5,5 miliardi entro il 2027. Anche altri standard com eNB-IoT hanno risultati inferiori alle attese, ma comunque hanno superato la soglia di 100 milioni di connessioni alla fine del 2019. Tuttavia, il mercato globale si sta sviluppando molto più lentamente del previsto, offrendo poche opportunità per i vari attori.
In passato, Sigfox era riuscita a raccogliere più di  300 milioni di dollari da un gruppo di investitori di alto profilo che includevano Salesforce, Intel, Samsung, NTT, SK Telecom, Total e Air Liquide. L’ultimo finanziamento (di 150 milioni di dollari) risale a novembre 2016; allora l’azienda era valutata a circa 600 milioni di euro (670 milioni di dollari), mentre l’anno successivo si parlava di una valutazione di oltre 1 Miliardo di dollari – quindi, un unicorno. 
Ad oggi, Sigfox, che è stata fondata nel 2010 e ha sede a Labège (Haute-Garonne), presso Tolosa, con uffici a Boston, Dallas, Dubai, Madrid, Parigi, San Paolo, Singapore e Tokyo, conta circa 350 dipendenti. Un primo piano di licenziamenti, nel settembre 2020, aveva interessato 47 dipendenti. Il suo co-fondatore Ludovic Le Moan ha poi ceduto la sua posizione di CEO nel febbraio 2021.